venerdì 3 febbraio 2017

Storia e Struttura della Porta

Porta Santi Quaranta è situata sul lato ovest delle mura cinquecentesche di Treviso in direzione dei collegamenti stradali con Padova, Vicenza e Feltre.
Fu la seconda delle tre porte della città ad essere stata costruita in seguito alla vittoria della Repubblica di Venezia nella Battaglia di Cambrai (1508-1516). Venne progettata nel 1517 dall'architetto Alessandro Leopardi sotto il governo del podestà veneziano N. Vendramin che la battezzò "Porta Vendramina", facendovi incidere su entrambe le facciate il proprio nome in corrispondenza di una lapide autocelebrativa.

La struttura presenta una pianta quasi quadrata, il prospetto è costruito in pietra d'istria, diviso in quattro grandi lesene e incorniciato dalla muratura trattata ad intonaco. Al centro si apre un arco sormontato da un leone marciano, attribuito allo scultore De Lotto, che sostituisce l'originale distrutto dai francesi nel 1797. Alla destra del grande arco, sopra l'unico portello originale, è collocata la lapide laudatoria del podestà Vendramin mentre, sul lato opposto si trova quella dedicata a Bartolomeo d'Alviano, ricordato come autore delle fortificazioni trevigiane. Nella struttura e nelle componenti ornamentali, in particolare le colonne, la porta ricorda gli archi di trionfo romani. I pilastri, completati dai capitelli a fogliame, sono affiancati da 4 stemmi: uno legato al podestà, uno al doge Loredan e due alla città di Treviso.

La porta è spostata per un terzo verso l'esterno in modo tale da farla diventare un bastione. Sul lato destro, è ancora visibile una cannoniera che si collega alla rispettiva casamatta collocata sotto il monumento. Nella parte superiore invece, le troniere, aperture di dimensioni inferiori rispetto a quelle delle cannoniere, venivano utilizzate come postazioni di artiglieria in tempo di guerra. Il vano del sottotetto, a cui si accede da una scala ricavata nello spessore murario, presenta una pavimentazione in mattoni che segue la curvatura della volta sottostante sorretta da una serie di piccoli archi. Quest'ultima è attraversata da fenditure che evidenziano gli assestamenti subiti dall'edificio, accentuati nella parte fondata a ridosso della fossa, poiché per secoli l’acqua è stata a contatto con le fondazioni dell’edificio mentre il ponte sbilanciava il terreno.

Sulla trabeazione è inciso l'attuale nome della porta, tratto da quello della vicina chiesa intitolata ai quaranta martiri di Sebaste, in volgare "Porta de Sancti Quaranta", mentre sulla facciata interna è stato inciso in latino "Porta Santorum Quadraginta". Sul prospetto sono presenti tre grandi feritoie che indicano la presenza, in passato, di due ponti levatoi di cui uno pedonale e uno carraio.
La porta doveva, inoltre, essere fornita di un caminetto posto nel vano centrale ed era dotata una galleria sotterranea utilizzata come rifugio antiaereo durante le due guerre mondiali.

Venne restaurata tra il 1995 e il 1998 e unicamente a seguito del restauro si comprese il valore cromatico delle fasce laterali che, con il loro colore rosso mattone, esaltano il biancore della pietra d’Istria. Il restauro delle pareti intonacate ha evidenziato la presenza di decorazioni in affresco, oggi completamente scomparse. Il restauro delle pareti intonacate ha evidenziato la presenza di decorazioni in affresco, oggi completamente scomparse.


Nel 1700 venne costruito un palazzo adiacente al lato sud della porta che ne modificò il sistema costruttivo quindi, essendo l’edificio più alto della porta, causò una modifica della struttura. Ora metà delle fondazioni poggiano su terraferma mentre l’altra metà ha per base la fossa.

Dallo stesso lato del palazzo un ampio vano sotterraneo presenta due corridoi che si dirigono verso la città; uno è stato interrato l’altro probabilmente portava ad una botola che consentiva il passaggio pedonale.

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